Parte 1ª
LE MIE RICERCHE
Perché questo interesse a tarda età? L'amore riconoscente alla mia mamma.
Il momento storico (1922-1940, anni della dominazione fascista),
l’obbligo - pena la perdita del posto di lavoro - della tessera di appartenenza
al partito, il divieto categorico di socializzare con chiunque aveva scelto le famigerate "opzioni" del '39 (famigerato accordo Hitler/Mussolini), le vessazioni continue ingiustificabili, costrinsero i
miei genitori, al momento delle nozze e negli anni a seguire, a fare una scelta dolorosa: tutti i parenti di mia mamma dovevano essere dimenticati e in famiglia non se ne doveva
parlare. Una delle tante ingiustizie che il fascismo/nazismo ci avevano imposto.
Mi ricordo, da ragazzo, di avere diverse
volte chiesto ai miei genitori : “Mi avete fatto conoscere i nonni paterni,
perché quelli materni no?” Mia mamma rispondeva inevitabilmente “Abbi pazienza Gianni, un
giorno te ne parlerò”.
E quel giorno venne molto tardi, troppo
tardi. La colpa, se così si può chiamare, fu più di mio padre, assai severo e forse poco interessato, che di mia madre molto innamorata.
La ricerca nacque soltanto alcuni anni
fa, per una sorta di responsabilità, dopo la morte di mia mamma nel
febbraio del 1997.
Sapevo poche cose. Sapevo che mia mamma
Erika era di origine noneso-gardenese, anche se era nata il 13.04.1905 a Ferdkirchen in Kärnten (Austria). Sapevo che aveva trascorso i primi anni della sua vita dallo Tante Johanna v. Achatz a Graz, altri dalla Tante Alma a Innsbruck, e molti anni della sua giovinezza in Val Gardena negli alberghi di famiglia, l'Hotel Cavallino Bianco e lo Stetteneck a Ortisei, l'Hotel Grisi (oggi Wolkenstein) con mamma Irma a Santa Cristina, saltuariamente l'Hotel Aquila Nera a Cles con i nonni .
Negli ultimi anni della
sua vita mi aveva accennato a parentele varie, sparse tra Termeno, Merano, Innsbruck,
Graz, Bournemouth.
In casa c’erano diversi vecchi album con fotografie dei miei
genitori, ma anche degli zii, cugini e nonni materni. Conobbi così Grete e Pepi v. Fraxola,
Carla e Peter Marsh Hunn, Cinzia Scalia, Fernanda Saletti.
Iniziò così la ricerca: in giro per parrocchie e catasti comunali, in assoluto a
Ortisei (bisnonna), e Cles (bisnonno). Il web mi ha aiutato parecchio, e così le biblioteche fisiche e online.
Dopo la mie visite, grazie alla
gentilissima collaborazione fornitami, sono riuscito a risalire - e più indietro non sono voluto
andare - a quasi tutti i nomi e le date, confrontando i dati anche con le ricerche online.
Mi riservo di apportare correzioni o
modifiche, mano a mano che la raccolta dei dati verrà perfezionata. Chiunque vorrà darmi notizie, è
benvenuto e mi scriva.
Ultimamente, su iniziativa di Ralph Riffeser del Family Hotel Cavallino Bianco di Ortisei e grazie al costante e importante lavoro di Ulrich Lardschneider (Monaco), è stato pubblicato e presentato il libro che racchiude la storia dell'hotel e della famiglia Lardschneider, cui siamo legati per via di Karolina, sorella di Pepi, la mia bisnonna materna.
Ultimamente, su iniziativa di Ralph Riffeser del Family Hotel Cavallino Bianco di Ortisei e grazie al costante e importante lavoro di Ulrich Lardschneider (Monaco), è stato pubblicato e presentato il libro che racchiude la storia dell'hotel e della famiglia Lardschneider, cui siamo legati per via di Karolina, sorella di Pepi, la mia bisnonna materna.
Dla Familia Lardschneider Da Dëur
La storia dell'Hotel Cavallino Bianco di Ortisei - Val Gardena, ha inizio quando, su un fondo rurale e le sue pertinenze, situato al centro del toponimo ortiseyt, viene edificata un’abitazione rustica tipica del luogo, il maso origine. I primi documenti risalgono al 1500.
Il nome tedesco “St. Ulrich” (Sankt Ulrich) invece è la versione germanizzata del patrono locale Sant’Udalrico, documentato dal 1366. Il nome italiano “Ortisei” deriva dal nome ladino „Urtijëi“ usato dal popolo ladino. Nella lingua ladina, tra l’altro anche la lingua ufficiale dei ladini, Urtijëi prende il nome da un antico maso situato nel bel centro del paese chiamato „Ortiseyt“. Questo maso o meglio questo nome appare negli archivi già nel XIII secolo.
Come Peter "Pierotta" Lardschneider (14.09.1815) sia venuto in possesso dell'edificio originario e delle proprietà annesse, del contratto di compravendita, del matrimonio con Anna Klara Wegleiter, figlia di Johann, albergatore in Chiusa (BZ), è di amena lettura acquistando il libro di Ulrich Lardschneider, edito da Athesia - Bolzano 2019, "IL CAVALLINO BIANCO - Da locanda della posta a Grand Hotel".
Pare che il il primo proprietario fosse appunto quel Johann Wegleiter di Chiusa, gestore dell'Hotel Mondchein, il quale verso la metà del secolo lo avrebbe ceduto alla figlia Klara e al di lei marito Peter Lardschneider "Pieròta". Con il soprannome “Familia Dëur” si identificheranno in valle i futuri proprietari.
Gli succederà il figlio Josef Gregor “Pepi”, che nel 1978 in prime nozze sposa
Rosa Prossliner, nata Peer, e in seconde nozze, vent’anni più tardi, si unisce
con Anna Steidl.
Saranno i futuri nonni di Ulrich Lardschneider, lo scrittore del
libro.
Con l’aiuto delle mogli, di alcune sorelle e dei figli gestisce
l’albergo e il servizio di posta. Grazie all’impegno ed al lavoro l'albergo si
ingrandisce e negli anni subisce diverse trasformazioni ed ampliamenti, prende
il nome di "Postgasthof Weisses Rössl" - "Albergo Posta
Cavallino Bianco".
Nel 1800
l 'unico mezzo di trasporto che collega la Val Gardena con il
resto dell'Impero è una diligenza - d’inverno slitta coperta e riscaldata -
trainata da cavalli che parte dall'albergo, punto nevralgico dell'intera rete
viaria della valle. Due volte al giorno la diligenza - slitta raggiunge Chiusa
e Ponte Gardena per trasportare posta, merce, valligiani ed i primi turisti.
È in quel periodo che gli amanti della montagna
scoprono la Val Gardena
come zona turistica, ideale per le escursioni e le arrampicate sulle Dolomiti,
divenute oramai famose in tutto il mondo. Il turismo dapprima solo estivo,
diviene poi anche invernale. L’albergo è meta dei più importanti scalatori
dell’epoca e sportivi della montagna. Sono, come sempre, gli inglesi i primi a
scoprire la bellezza della valle. Tra di loro è gara a scalare per primi una
vetta dolomitica e ad intitolarne la via di ascesa con il proprio nome . Molte
associazioni - tra cui la Akademische Sektion Wien des D.u.Ö S.V. -
spostano la loro sede nell’albergo, (vedi particolare frontespizio del balcone
più alto nella foto sottostante) in posizione invidiabile e centrale. L’albergo è altresì rinomato per
la cucina molto curata.
Il primo conflitto mondiale e la costruzione della
ferrovia lunga circa 31 km e inaugurata nel 1916,
cambia il turismo della valle. La ferrovia rappresenta un’importante attrazione
turistica, in quanto, grazie alla velocità di 14-18 km orari, velocità
sostenuta se si considera che il tracciato deve superare dislivelli piuttosto
sostenuti, migliora notevolmente le possibilità di raggiungere Ortisei e le
altre località della valle.
Davanti all'Hotel nel mese di giugno si festeggiava e si festeggia tutt'ora la festa del " Corpus Domini". La processione si ferma proprio davanti all'Hotel dove veniva eretto il prestigioso altare, rimesso a nuovo dagli "Schützen" e montato per la sacra occasione. La fotografia risale molto probabilmente a prima della grande guerra: si notano l'altare ed il parroco che celebra la sacra messa, si notano le autorità sotto il baldacchino, i Kaiserjäger e la cittadinanza.
Interessante la pubblicazione del 1924, curata da
Otto Rudl: Wintersportplatz St. Ulrich,
Gröden: 1236 M .ü.d.M.;
Posthotel "Weisses Rössl", Besitzer: J. Lardschneider
Anno di pubblicazione:
|
[ca. 1905]
|
Luogo di pubblicazione:
|
Aarau
|
Editore:
|
Trüb
|
Descrizione fisica:
|
[10] Bl. : Ill.
|
Tipo media:
|
Libro
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Lingua:
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Deutsch
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Categoria:
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Geographie, Reiseführer
|
Notazione:
|
12 Fü - Tir / 23 Tir 11 S
|
Segnatura:
|
II A-36.086
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Autore
|
Otto Rudl
|
Il 1939 è l’anno delle opzioni etniche in Alto Adige, volute
con un patto scellerato da Hitler e Mussolini. Posizione particolare ebbe in questo
ambito la Val Gardena
e la popolazione ladina. L'influsso tedesco era sempre stato molto forte come
pure i rapporti economici con la
Germania . Ragioni socialeconomiche
e spinte politiche del VKS (Völkischer Kampfring Südtirols), movimento di
ispirazione nazionalsocialista, spiegano probabilmente un'opzione dell'80%
dei capifamiglia. Quanti poi, nella realtà, emigrarono in Germania non fu mai chiarito. L’escalation
della guerra rallentò notevolmente il trasferimento. Nel 1943 ben due terzi
degli optanti era ancora sul suolo provinciale. La proprietà dell’Hotel fu
comunque ceduta all'Ente Nazionale "Tre Venezie", con la clausola di
rivendita a sole famiglie di Ortisei.
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A cura di David Lardschneider
USC DI LADINS
“Lardschneider”
Toponomastik und Onomastik – Ortsnamen und Eigennamen
Hofname: Larciunëi lad.: leresc aus lat. larix, cfr. laricetum Lärchenwald
Larciunëi: Toponym, Mikrotoponym (Name eines kleinen Ortes bzw. Flur- und Feldname
Als Lokativindikator: ladinische Suffixe –ëi, -oi, -ui (vgl. Ciampinëi, Daunëi, Pinëi)
Larciunëi: typische spezifische sowie allgemein ladinische Merkmale des Toponyms:
1) die –ëi Endung / la finale –ëi,
2) der Palatallaut “c” / , dt.: dsch” bzw. “tsch” und 3) die Endbetonung
Nachnamen sind oft Toponyme, Mikrotoponyme, wie im Falle “Lardschneider” aus “Larciunëi”
Ladinisch bei Einführung der Nachnamen keine Verwaltungssprache, die Schreibweise bzw. Grafie ist die deutsche.
Die Derivativkomponente ist entweder die Präposition “von” oder aber ein Derivativsuffix, in diesem Falle “-er”. Vgl. von München oder Münchner, von Brixen oder Brixner, von Larciunëi oder Larciunëi-er. Larciunëi-Lardschneide
Der Palatallaut “c” wird mit “tsch” bzw. “dsch” grafisch umgesetzt. Im Süddeutschen gibt es bei den diversen Konsonanten - Graphemen wie b/p, d/t keine phonetische Unterscheidung stimmhaft/stimmlos, d.h. weich und hart., beide sind hart, d.h. stimmlos. “Lartschneider” und “Lardschneider” sind in der Schreibweise verschieden, in der Aussprache gleich, hart.
Die schrifliche Umsetzung des ladinischen Phonems –ëi erfolgt dt. mit –ei, lautlich –ai.
Die Herkunftsangabe erfolgt mittles Suffix –er.
Ulli von München= Münchner Ulli
Georg da Larciunëi = Georg von Lartschunëi = Lartschneider Georg
die Vokalansammlung –aier Lartschunaier wird durch das euphonische “d” aufgebrochen
die ladinische Endbetonung wird nicht beibehalten, Lardschnéider wird Lárdschneider
“Lardschneidersche Identität”?
Sprache ist nicht nur Kommunikation, sondern vor allem Persönlichkeit und Identität
Der Name als sprachliches Element ist die wichtigste identitätsstiftende Komponente
Nomen est omen – Der Name benennt, bezeichnet – Vielleicht auch eine “Lardschneidersche Identität”?
RAMO ANNA MARIA JOSEPHA
LARDSCHNEIDER ?
die ladinische Endbetonung wird nicht beibehalten, Lardschnéider wird Lárdschneider
“Lardschneidersche Identität”?
Sprache ist nicht nur Kommunikation, sondern vor allem Persönlichkeit und Identität
Der Name als sprachliches Element ist die wichtigste identitätsstiftende Komponente
Nomen est omen – Der Name benennt, bezeichnet – Vielleicht auch eine “Lardschneidersche Identität”?
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QUADRO D'INSIEME DEI RAMI LARDSCHNEIDER
RAMO MERANESE - HOTEL AUSTRIA (ADRIA) MERANO
RAMO GREGOR VINZENS
LARDSCHNEIDER ?
RAMO ANNA KLARA OTTILIA
LARDSCHNEIDER ?
RAMO ANNA ROSALIE
LARDSCHNEIDER ?
RAMO MARIA FRANZISKA
LARDSCHNEIDER ?
ALTRI RAMI ?
ALTRI RAMI ?
Ho letto con molto interesse dell'adunata della Famiglia Lardschneider
in Gardena, la "Gran ancunteda dla familia Lardschneider".
L'articolo è in lingua ladina. Questa la traduzione.
Grande incontro della famiglia Lardschneider
La settimana scorsa sono pervenuti in Val Gardena Lardschneider da molti
paesi diversi, dalla Germania, dall’Austria, dall’Alto Adige e, naturalmente,
dalla Val Gardena. Un incontro per conoscersi, di compagnia, ma anche di
scienza e di ringraziamento.
Famiglie
“Buona sera, Lardschneider!” tutti si davano la mano, giovedì sera davanti
alla “Cësa di Ladins”, la casa dei ladini a Ortisei. Tutti con il medesimo
saluto, perché tutti si chiamavano Lardschneider. C’erano i Lardschneider della
Baviera, quelli del Nordtirolo, del Sudtirolo e naturalmente della Val Gardena,
di Ortisei e di Selva. Era il grande incontro della famiglia Lardschneider, di
coloro che sono quasi sicuramente discendenti da “Larciunëi”, il maso, o
meglio, i luoghi di Larciunëi, di sotto e di sopra, a Selva.
I primi contatti
Facciamo un salto in dietro nel tempo. Come’è andata che quelli della Val
Gardena hanno avuto contatto con quelli all’estero? È andata così: alcuni anni
fa David Lardschneider aveva visto in internet che c’era un Michael
Lardschneider a Monaco. Più che altro per scherzo gli aveva mandato un
messaggio elettronico nel quale evidenziava che probabilmente c’era un rapporto
stretto di parentela. Subito dopo Michael rispose dicendo che suo padre Walter
e suo zio Ulrich s’interessavano già da anni dell’albero genealogico. Ulrich
era già venuto diverse volte in Val Gardena, a Ortisei nell’albergo “da Dëur”,
l’albergo Posta Cavallino Bianco, dove una volta c’erano i suoli antenati, però
non si era instaurato un contatto personale con i Lardschneider di qua. Era
stato anche a Selva, ma anche lì senza trovare un contatto con qualcuno della
famiglia Lardschneider. Adesso, dopo l’e-mail, si è verificato che Georg di
Larciunëi di sotto e i due di Monaco, Ulrich e Walter, hanno preso contatto.
Tutti e tre avevano già conoscenze più profonde e vivo interesse per l’albero
genealogico della famiglia Lardschneider. Uno stimolo è anche venuto dal
professor Edgar Moroder, che ha fatto ricerca in merito all’albergo “da Dëur”,
e che sapeva raccontare molto della famiglia Lardschneider quì a Ortisei. Negli
anni passati i tre esperti Lardschneider si sono incontrati ripetutamente per
scambiarsi conoscenze nuove. Nel frattempo Intanto sono arrivati all’anno 1509
con l’albero genealogico dei Lardschneider.
Incontro a Ortisei
Era ora perciò di organizzare un incontro, ha pensato Michael
Lardschneider. Così fu che giovedì, 10 settembre, tutto era pronto. Si è
iniziato l’incontro con una visita al Museo della Val Gardena. Edgar Moroder ha
guidato attraverso le varie sezioni, dando spiegazioni interessanti. Tutti si
meravigliavano vedendo le ricchezze del Museo della Val Gardena, eredità
culturale di un’intera valle e così anche mondo culturale della famiglia
Lardschneider. Nell’atrio della Casa dei Ladini c’era da vedere una parte
dell’albero genealogico, con foglietti sui quali tutti potevano aggiungere dati
mancanti, come date di nascita e di morte e rapporti di parentela. Dopo un po’
era anche ora di mangiare qualcosa, servendosi del buonissimo buffet preparato
da Flëur e Bebe e il suo team. Durante la cena Ulrich Lardschneider ha mostrato
un bel film dal titolo gardenese “Terra degli antenati”, dove alcuni anni fa
tanti hanno già potuto vedere se e i propri parenti. David Lardschneider ha
spiegato brevemente alcune cose riguardo al nome Lardschneider, che viene dal
nome Larciunëi, di come’è avvenuto il cambiamento nella maniera di dire e
scrivere di oggigiorno, “Lardschneider”.
In Valle Lunga
Il primo giorno è piaciuto a tutti/e, l’incontro si poteva già considerare
riuscito, con settanta persone arrivate nella “Cësa di Ladins”, dove la “Union
di Ladins de Gherdëina” aveva messo a disposizione i locali. Un sentito
ringraziamento all’Union e al Museo per la loro disponibilità. Si continuò
venerdì, 11 di settembre. Guardando fuori dalla finestra c’erano grandissime
nubi nere, non proprio un tempo ideale per la festa. Alle nove e mezza ci si
incontrava in Valle Lunga presso la chiesetta di S.Silvestro, un bel gruppo di
Lardschneider, quasi cento. Bambini appena nati, giovani, gente di mezza età e
un po’ più anziana. E meraviglia: dopo un po’ uscì un bellissimo sole, un
bellissimo regalo del Signore Iddio per l’occasione. Il parroco Don Pire Clara
ha salutato tutti i presenti sottolineando nelle sue parole anche l’importanza
delle tradizioni e dell’appartenenza alla famiglia, evidenziando il legame
stretto che la famiglia Lardschneider ha sempre avuto, da secoli, con la fede
(cristiana). Dunque l’invito a non lasciare solo vuota la tradizione ma di
prendere la forza dalla fede come gli antenati. Alla fine Georg ha presentato uno
scritto di Don Luis Senoner, che evidenziava la bellezza del paesaggio della
Valle Lunga e della chiesetta di S.Silvestro, dicendo che per conto suo il
rapporto con Dio è molto importante. La messa è stata resa più bella da un
quartetto, chiaramente un quartetto Larschneider. Per Florian Lardschneider al
clarinetto e David Lardschneider al baritono è stato un onore e una grandissima
gioia poter suonare con i due virtuosi e direttori della banda musicale di
Ortisei, i gemelli Armin ed Egon Lardschneider, all’oboe e al corno. Alla fine
della messa hanno ancora suonato un brano in ricordo di tutti i morti della
famiglia. Petra Lardschneider di Monaco ha letto la lettura, Julia, Hanna,
Christiane e Andrea hanno letto le suppliche. Una bella messa, molto sentita da
tutti i presenti. Non poteva mancare dopo la foto di gruppo come ricordo e
documentazione.
Presso Juac a pranzo
Pian piano era ora di pranzo, presso Juac. Alcuni sono partiti dalla Valle
Lunga a piedi, altri sono andati per un pezzo di strada in macchina, e coloro
che non potevano andare a piedi sono stati accompagnati direttamente al maso
della gente di Larciunëi di sotto. Lì la moglie di Georga, Ingrid e tutta la
famiglia aveva già preparato i tavoli vicino al maso. Peter e Julica davano il
saluto musicale con la fisarmonica, interpretando con bravura e sentimento
canzoni popolari tipiche. Quelli di Monaco avevano chiaramente portato da fuori
le “Weißwurst”, salsicce bianche, che venivano così servite freschissime. Ma
inoltre, Rainer Lardschneider di Monaco, ad saeculum “Hofbraumeister im
Hofbräuhaus z’Minga”, ha portato anche due botti della sua birra. Con bravura
le ha aperte solo con due colpi. “O ’zapft is”. E fu festa, con Guido e David
preparando la carne sulla griglia, le insalate erano pronte, buone salsicce e
buona carne. Torte preparate, Krapfen della sagra con semi di papavero. C’era
un bel sole, ma non troppo forte, di modo che si stava proprio bene. E
anzitutto buonumore, energia positiva ovunque.
Le linee Lardschneider
Walter Lardschneider ha presentato la storia dei Lardschneider di Monaco e
il contadino di Larciunëi di sotto Georg ha raccontato la storia e i rapporti
di parentela dei Lardschneider negli ultimi cento anni. Ha fatto un grandissimo
lavoro, da qui anche l’invito di tutti di cercare di pubblicare il libro della
famiglia. Tra l’altro Georg ha anche menzionato i due preti nella famiglia,
Johannes che era stato consacrato prete esattamente nel 1700 e che à anche
stato cappellano a S. Cristina, e poi Josephus che ha celebrato la messa
novella nel 1762, e che è stato anche, tra l’altro, prete a Ortisei. Anche i
Lardschneider di Ortisei avevano già fatto ricerca e fatto fare da Pater
Hildefons un albero genealogico Anche loro stanno ancora cercando la loro linea
di “Culac-Tlesura”. Hanno anche visto che c’erano dei Lardschneider presso
Fondo. Ha fatto molto piacere la presenza all’incontro di Werner Lardschneider
di Absam vicino ad Innsbruck, sua moglie Edith e suo figlio David con la sua
fidanzata. Tramite Werner, che ha portato documentazioni nuove, è stato
possibile vedere da dove vengono i Lardschneider che oggigiorno vivono nel
Tirolo del Nord. Probabilmente dalla linea di Termeno. Anche questa linea dei
Lardschneider o Lartschneider, come tutte le altre, hanno quasi sicuro l’inizio
presso Larciunëi a Sëlva, anche se ci sono masi di Larciunëi un po’ in tutte le
valli ladine. Come dire, siamo un po’ tutti parenti, noi Lardschneider. E per
questo è stata una bella festa di famiglia, la settimana scorsa in Val Gardena.
David Lardschneider
Bolzano, 10.11.2019
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