martedì 5 febbraio 2013


Parte 1ª



LE MIE RICERCHE

Perché questo  interesse a tarda età? L'amore riconoscente alla mia mamma.

Il momento storico (1922-1940, anni della dominazione fascista), l’obbligo - pena la perdita del posto di lavoro - della tessera di appartenenza al partito, il divieto categorico di socializzare con chiunque aveva scelto le famigerate "opzioni" del '39 (famigerato accordo Hitler/Mussolini), le vessazioni continue ingiustificabili, costrinsero i miei genitori, al momento delle nozze e negli anni a seguire, a fare una scelta dolorosa: tutti i parenti di mia mamma dovevano essere dimenticati e in famiglia non se ne doveva parlare. Una delle tante ingiustizie che il fascismo/nazismo ci avevano imposto.

Mi ricordo, da ragazzo, di avere diverse volte chiesto ai miei genitori : “Mi avete fatto conoscere i nonni paterni, perché quelli materni no?” Mia mamma rispondeva inevitabilmente “Abbi pazienza Gianni, un giorno te ne parlerò”.
E quel giorno venne molto tardi, troppo tardi. La colpa, se così si può chiamare, fu più di mio padre, assai severo e forse poco interessato, che di mia madre molto innamorata.

La ricerca nacque soltanto alcuni anni fa, per una sorta di responsabilità, dopo la morte di mia mamma nel febbraio del 1997.
Sapevo poche cose. Sapevo che mia mamma Erika era di origine noneso-gardenese, anche se era nata il 13.04.1905 a Ferdkirchen in Kärnten (Austria).  Sapevo che aveva trascorso i primi anni della sua vita dallo Tante Johanna v. Achatz a Graz,  altri dalla Tante Alma a Innsbruck, e molti anni della sua giovinezza in Val Gardena negli alberghi di famiglia, l'Hotel Cavallino Bianco e lo Stetteneck a Ortisei, l'Hotel Grisi (oggi Wolkenstein) con mamma Irma a Santa Cristina, saltuariamente l'Hotel Aquila Nera a Cles con i nonni . 
Negli ultimi anni della sua vita mi aveva accennato a parentele varie, sparse tra Termeno, Merano, Innsbruck, Graz, Bournemouth. 
In casa c’erano diversi vecchi album con fotografie dei miei genitori, ma anche degli zii, cugini  e nonni materni. Conobbi così Grete e Pepi v. Fraxola, Carla e Peter Marsh Hunn, Cinzia Scalia, Fernanda Saletti.

Iniziò così la ricerca: in giro per parrocchie e catasti comunali, in assoluto a Ortisei (bisnonna), e Cles (bisnonno). Il web mi ha aiutato parecchio, e così le biblioteche fisiche e online.

Dopo la mie visite, grazie alla gentilissima collaborazione fornitami, sono riuscito a risalire - e più indietro non sono voluto andare - a quasi tutti i nomi e le date, confrontando i dati anche con le ricerche online. 
Mi riservo di apportare correzioni o modifiche, mano a mano che la raccolta dei dati verrà perfezionata. Chiunque vorrà darmi notizie, è benvenuto e mi scriva.

Ultimamente, su iniziativa di Ralph Riffeser del Family Hotel Cavallino Bianco di Ortisei e grazie al costante e importante lavoro di Ulrich Lardschneider (Monaco), è stato pubblicato e presentato il libro che racchiude la storia dell'hotel e della famiglia Lardschneider, cui siamo legati per via di Karolina, sorella di Pepi, la mia bisnonna materna.



Dla Familia Lardschneider Da Dëur

La storia dell'Hotel Cavallino Bianco di Ortisei - Val Gardena, ha inizio quando, su un fondo rurale e le sue pertinenze, situato al centro del toponimo ortiseyt, viene edificata un’abitazione rustica tipica del luogo, il maso origine. I primi documenti risalgono al 1500.
Il nome tedesco “St. Ulrich” (Sankt Ulrich) invece è la versione germanizzata del patrono locale Sant’Udalrico, documentato dal 1366. Il nome italiano “Ortisei” deriva dal nome ladino „Urtijëi“ usato dal popolo ladino. Nella lingua ladina, tra l’altro anche la lingua ufficiale dei ladini, Urtijëi prende il nome da un antico maso situato nel bel centro del paese chiamato „Ortiseyt“. Questo maso o meglio questo nome appare negli archivi già nel XIII secolo.
Come Peter "Pierotta" Lardschneider (14.09.1815) sia venuto in possesso dell'edificio originario e delle proprietà annesse, del contratto di compravendita, del matrimonio con Anna Klara Wegleiter, figlia di Johann, albergatore in Chiusa (BZ), è di amena lettura acquistando il libro di Ulrich Lardschneider, edito da Athesia - Bolzano 2019, "IL CAVALLINO BIANCO - Da locanda della posta a Grand Hotel".

             

Pare che il il primo proprietario fosse appunto quel Johann Wegleiter di Chiusa, gestore dell'Hotel Mondchein,  il quale verso la metà del secolo lo avrebbe ceduto alla figlia Klara e al di lei marito Peter Lardschneider "Pieròta". Con il soprannome “Familia Dëur” si identificheranno in valle i futuri proprietari.  
Gli succederà il figlio Josef Gregor “Pepi”, che nel 1978 in prime nozze sposa Rosa Prossliner, nata Peer, e in seconde nozze, vent’anni più tardi, si unisce con Anna Steidl.
Saranno i futuri nonni di Ulrich Lardschneider, lo scrittore del libro.

Con l’aiuto delle mogli, di alcune sorelle e dei figli gestisce l’albergo e il servizio di posta. Grazie all’impegno ed al lavoro l'albergo si ingrandisce e negli anni subisce diverse trasformazioni ed ampliamenti, prende il nome di "Postgasthof Weisses Rössl" - "Albergo Posta Cavallino Bianco".

Nel 1800 l'unico mezzo di trasporto che collega la Val Gardena con il resto dell'Impero è una diligenza - d’inverno slitta coperta e riscaldata - trainata da cavalli che parte dall'albergo, punto nevralgico dell'intera rete viaria della valle. Due volte al giorno la diligenza - slitta raggiunge Chiusa e Ponte Gardena per trasportare posta, merce, valligiani ed i primi turisti.

È in quel periodo che gli amanti della montagna scoprono la Val Gardena come zona turistica, ideale per le escursioni e le arrampicate sulle Dolomiti, divenute oramai famose in tutto il mondo. Il turismo dapprima solo estivo, diviene poi anche invernale. L’albergo è meta dei più importanti scalatori dell’epoca e sportivi della montagna. Sono, come sempre, gli inglesi i primi a scoprire la bellezza della valle. Tra di loro è gara a scalare per primi una vetta dolomitica e ad intitolarne la via di ascesa con il proprio nome . Molte associazioni - tra cui la Akademische Sektion Wien des D.u.Ö S.V. - spostano la loro sede nell’albergo, (vedi particolare frontespizio del balcone più alto nella foto sottostante) in posizione invidiabile e centrale. L’albergo è altresì rinomato per la cucina molto curata.

Il primo conflitto mondiale e la costruzione della ferrovia lunga circa 31 km e inaugurata nel 1916, cambia il turismo della valle. La ferrovia rappresenta un’importante attrazione turistica, in quanto, grazie alla velocità di 14-18 km orari, velocità sostenuta se si considera che il tracciato deve superare dislivelli piuttosto sostenuti, migliora notevolmente le possibilità di raggiungere Ortisei e le altre località della valle.

 
Davanti all'Hotel nel mese di giugno si festeggiava e si festeggia tutt'ora la festa del  " Corpus Domini". La processione si ferma proprio davanti all'Hotel dove veniva eretto il prestigioso altare, rimesso a nuovo dagli "Schützen" e montato per la sacra occasione. La fotografia risale molto probabilmente a prima della grande guerra: si notano l'altare ed il parroco che celebra la sacra messa, si notano le autorità sotto il baldacchino, i Kaiserjäger e la cittadinanza.
Interessante la pubblicazione del 1924, curata da Otto Rudl: Wintersportplatz St. Ulrich, Gröden: 1236 M.ü.d.M.; Posthotel "Weisses Rössl", Besitzer: J. Lardschneider

Anno di pubblicazione:
[ca. 1905]
Luogo di pubblicazione:
Aarau
Editore:
Trüb
Descrizione fisica:
[10] Bl. : Ill.
Tipo media:
Libro
Lingua:
Deutsch
Categoria:
Geographie, Reiseführer
Notazione:
12 Fü - Tir / 23 Tir 11 S
Segnatura:
II A-36.086
Autore
Otto Rudl



Il 1939 è l’anno delle opzioni etniche in Alto Adige, volute con un patto scellerato da Hitler e Mussolini. Posizione particolare ebbe in questo ambito la Val Gardena e la popolazione ladina. L'influsso tedesco era sempre stato molto forte come pure i rapporti economici con la Germania. Ragioni socialeconomiche e spinte politiche del VKS (Völkischer Kampfring Südtirols), movimento di ispirazione nazionalsocialista, spiegano probabilmente un'opzione dell'80% dei capifamiglia. Quanti poi, nella realtà,  emigrarono in Germania non fu mai chiarito. L’escalation della guerra rallentò notevolmente il trasferimento. Nel 1943 ben due terzi degli optanti era ancora sul suolo provinciale. La proprietà dell’Hotel fu comunque ceduta all'Ente Nazionale "Tre Venezie", con la clausola di rivendita a sole famiglie di Ortisei.
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A cura di David Lardschneider
USC DI LADINS

“Lardschneider”

Toponomastik und Onomastik – Ortsnamen und Eigennamen
Hofname: Larciunëi lad.: leresc aus lat. larix, cfr. laricetum Lärchenwald
Larciunëi: Toponym, Mikrotoponym (Name eines kleinen Ortes bzw. Flur- und Feldname
Als Lokativindikator: ladinische Suffixe –ëi, -oi, -ui (vgl. Ciampinëi, Daunëi, Pinëi)
Larciunëi: typische spezifische sowie allgemein ladinische Merkmale des Toponyms:
1) die –ëi Endung / la finale –ëi, 
2) der Palatallaut “c” / , dt.: dsch” bzw. “tsch” und 3) die Endbetonung

Nachnamen sind oft Toponyme, Mikrotoponyme, wie im Falle “Lardschneider” aus “Larciunëi” 
Ladinisch bei Einführung der Nachnamen keine Verwaltungssprache, die Schreibweise bzw. Grafie ist die deutsche. 
Die Derivativkomponente ist entweder die Präposition “von” oder aber ein Derivativsuffix, in diesem Falle “-er”. Vgl. von München oder Münchner, von Brixen oder Brixner, von Larciunëi oder Larciunëi-er. Larciunëi-Lardschneide
Der Palatallaut “c” wird mit “tsch” bzw. “dsch” grafisch umgesetzt. Im Süddeutschen gibt es bei den diversen Konsonanten - Graphemen wie b/p, d/t keine phonetische Unterscheidung stimmhaft/stimmlos, d.h. weich und hart., beide sind hart, d.h. stimmlos. “Lartschneider” und “Lardschneider” sind in der Schreibweise verschieden, in der Aussprache gleich, hart.
Die schrifliche Umsetzung des ladinischen Phonems –ëi erfolgt dt. mit –ei, lautlich –ai.
Die Herkunftsangabe erfolgt mittles Suffix –er.
Ulli von München= Münchner Ulli
Georg da Larciunëi = Georg von Lartschunëi = Lartschneider Georg 
die Vokalansammlung –aier Lartschunaier wird durch das euphonische “d” aufgebrochen
die ladinische Endbetonung wird nicht beibehalten, Lardschnéider wird Lárdschneider

“Lardschneidersche Identität”?

Sprache ist nicht nur Kommunikation, sondern vor allem Persönlichkeit und Identität
Der Name als sprachliches Element ist die wichtigste identitätsstiftende Komponente
Nomen est omen – Der Name benennt, bezeichnet – Vielleicht auch eine “Lardschneidersche Identität”?


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QUADRO D'INSIEME DEI RAMI LARDSCHNEIDER


RAMO MERANESE  - HOTEL AUSTRIA (ADRIA)   MERANO




RAMO GERMANICO - MONACO DI BAVIERA


RAMO TADDEI LARDSCHNEIDER - HOTEL SCHWARZER ADLER CLES



RAMO GREGOR VINZENS LARDSCHNEIDER ?

RAMO ANNA MARIA JOSEPHA LARDSCHNEIDER ?

RAMO ANNA KLARA OTTILIA LARDSCHNEIDER ?

RAMO ANNA ROSALIE LARDSCHNEIDER ?

RAMO MARIA FRANZISKA LARDSCHNEIDER ?

ALTRI RAMI ?





Ho letto con molto interesse dell'adunata della Famiglia Lardschneider in Gardena, la "Gran ancunteda dla familia Lardschneider". 


L'articolo è in lingua ladina. Questa la traduzione.

Grande incontro della famiglia Lardschneider
La settimana scorsa sono pervenuti in Val Gardena Lardschneider da molti paesi diversi, dalla Germania, dall’Austria, dall’Alto Adige e, naturalmente, dalla Val Gardena. Un incontro per conoscersi, di compagnia, ma anche di scienza e di ringraziamento.

Famiglie
“Buona sera, Lardschneider!” tutti si davano la mano, giovedì sera davanti alla “Cësa di Ladins”, la casa dei ladini a Ortisei. Tutti con il medesimo saluto, perché tutti si chiamavano Lardschneider. C’erano i Lardschneider della Baviera, quelli del Nordtirolo, del Sudtirolo e naturalmente della Val Gardena, di Ortisei e di Selva. Era il grande incontro della famiglia Lardschneider, di coloro che sono quasi sicuramente discendenti da “Larciunëi”, il maso, o meglio, i luoghi di Larciunëi, di sotto e di sopra, a Selva.

I primi contatti
Facciamo un salto in dietro nel tempo. Come’è andata che quelli della Val Gardena hanno avuto contatto con quelli all’estero? È andata così: alcuni anni fa David Lardschneider aveva visto in internet che c’era un Michael Lardschneider a Monaco. Più che altro per scherzo gli aveva mandato un messaggio elettronico nel quale evidenziava che probabilmente c’era un rapporto stretto di parentela. Subito dopo Michael rispose dicendo che suo padre Walter e suo zio Ulrich s’interessavano già da anni dell’albero genealogico. Ulrich era già venuto diverse volte in Val Gardena, a Ortisei nell’albergo “da Dëur”, l’albergo Posta Cavallino Bianco, dove una volta c’erano i suoli antenati, però non si era instaurato un contatto personale con i Lardschneider di qua. Era stato anche a Selva, ma anche lì senza trovare un contatto con qualcuno della famiglia Lardschneider. Adesso, dopo l’e-mail, si è verificato che Georg di Larciunëi di sotto e i due di Monaco, Ulrich e Walter, hanno preso contatto. Tutti e tre avevano già conoscenze più profonde e vivo interesse per l’albero genealogico della famiglia Lardschneider. Uno stimolo è anche venuto dal professor Edgar Moroder, che ha fatto ricerca in merito all’albergo “da Dëur”, e che sapeva raccontare molto della famiglia Lardschneider quì a Ortisei. Negli anni passati i tre esperti Lardschneider si sono incontrati ripetutamente per scambiarsi conoscenze nuove. Nel frattempo Intanto sono arrivati all’anno 1509 con l’albero genealogico dei Lardschneider.

Incontro a Ortisei
Era ora perciò di organizzare un incontro, ha pensato Michael Lardschneider. Così fu che giovedì, 10 settembre, tutto era pronto. Si è iniziato l’incontro con una visita al Museo della Val Gardena. Edgar Moroder ha guidato attraverso le varie sezioni, dando spiegazioni interessanti. Tutti si meravigliavano vedendo le ricchezze del Museo della Val Gardena, eredità culturale di un’intera valle e così anche mondo culturale della famiglia Lardschneider. Nell’atrio della Casa dei Ladini c’era da vedere una parte dell’albero genealogico, con foglietti sui quali tutti potevano aggiungere dati mancanti, come date di nascita e di morte e rapporti di parentela. Dopo un po’ era anche ora di mangiare qualcosa, servendosi del buonissimo buffet preparato da Flëur e Bebe e il suo team. Durante la cena Ulrich Lardschneider ha mostrato un bel film dal titolo gardenese “Terra degli antenati”, dove alcuni anni fa tanti hanno già potuto vedere se e i propri parenti. David Lardschneider ha spiegato brevemente alcune cose riguardo al nome Lardschneider, che viene dal nome Larciunëi, di come’è avvenuto il cambiamento nella maniera di dire e scrivere di oggigiorno, “Lardschneider”.

In Valle Lunga
Il primo giorno è piaciuto a tutti/e, l’incontro si poteva già considerare riuscito, con settanta persone arrivate nella “Cësa di Ladins”, dove la “Union di Ladins de Gherdëina” aveva messo a disposizione i locali. Un sentito ringraziamento all’Union e al Museo per la loro disponibilità. Si continuò venerdì, 11 di settembre. Guardando fuori dalla finestra c’erano grandissime nubi nere, non proprio un tempo ideale per la festa. Alle nove e mezza ci si incontrava in Valle Lunga presso la chiesetta di S.Silvestro, un bel gruppo di Lardschneider, quasi cento. Bambini appena nati, giovani, gente di mezza età e un po’ più anziana. E meraviglia: dopo un po’ uscì un bellissimo sole, un bellissimo regalo del Signore Iddio per l’occasione. Il parroco Don Pire Clara ha salutato tutti i presenti sottolineando nelle sue parole anche l’importanza delle tradizioni e dell’appartenenza alla famiglia, evidenziando il legame stretto che la famiglia Lardschneider ha sempre avuto, da secoli, con la fede (cristiana). Dunque l’invito a non lasciare solo vuota la tradizione ma di prendere la forza dalla fede come gli antenati. Alla fine Georg ha presentato uno scritto di Don Luis Senoner, che evidenziava la bellezza del paesaggio della Valle Lunga e della chiesetta di S.Silvestro, dicendo che per conto suo il rapporto con Dio è molto importante. La messa è stata resa più bella da un quartetto, chiaramente un quartetto Larschneider. Per Florian Lardschneider al clarinetto e David Lardschneider al baritono è stato un onore e una grandissima gioia poter suonare con i due virtuosi e direttori della banda musicale di Ortisei, i gemelli Armin ed Egon Lardschneider, all’oboe e al corno. Alla fine della messa hanno ancora suonato un brano in ricordo di tutti i morti della famiglia. Petra Lardschneider di Monaco ha letto la lettura, Julia, Hanna, Christiane e Andrea hanno letto le suppliche. Una bella messa, molto sentita da tutti i presenti. Non poteva mancare dopo la foto di gruppo come ricordo e documentazione.

Presso Juac a pranzo
Pian piano era ora di pranzo, presso Juac. Alcuni sono partiti dalla Valle Lunga a piedi, altri sono andati per un pezzo di strada in macchina, e coloro che non potevano andare a piedi sono stati accompagnati direttamente al maso della gente di Larciunëi di sotto. Lì la moglie di Georga, Ingrid e tutta la famiglia aveva già preparato i tavoli vicino al maso. Peter e Julica davano il saluto musicale con la fisarmonica, interpretando con bravura e sentimento canzoni popolari tipiche. Quelli di Monaco avevano chiaramente portato da fuori le “Weißwurst”, salsicce bianche, che venivano così servite freschissime. Ma inoltre, Rainer Lardschneider di Monaco, ad saeculum “Hofbraumeister im Hofbräuhaus z’Minga”, ha portato anche due botti della sua birra. Con bravura le ha aperte solo con due colpi. “O ’zapft is”. E fu festa, con Guido e David preparando la carne sulla griglia, le insalate erano pronte, buone salsicce e buona carne. Torte preparate, Krapfen della sagra con semi di papavero. C’era un bel sole, ma non troppo forte, di modo che si stava proprio bene. E anzitutto buonumore, energia positiva ovunque.

Le linee Lardschneider
Walter Lardschneider ha presentato la storia dei Lardschneider di Monaco e il contadino di Larciunëi di sotto Georg ha raccontato la storia e i rapporti di parentela dei Lardschneider negli ultimi cento anni. Ha fatto un grandissimo lavoro, da qui anche l’invito di tutti di cercare di pubblicare il libro della famiglia. Tra l’altro Georg ha anche menzionato i due preti nella famiglia, Johannes che era stato consacrato prete esattamente nel 1700 e che à anche stato cappellano a  S. Cristina, e poi Josephus che ha celebrato la messa novella nel 1762, e che è stato anche, tra l’altro, prete a Ortisei. Anche i Lardschneider di Ortisei avevano già fatto ricerca e fatto fare da Pater Hildefons un albero genealogico Anche loro stanno ancora cercando la loro linea di “Culac-Tlesura”. Hanno anche visto che c’erano dei Lardschneider presso Fondo. Ha fatto molto piacere la presenza all’incontro di Werner Lardschneider di Absam vicino ad Innsbruck, sua moglie Edith e suo figlio David con la sua fidanzata. Tramite Werner, che ha portato documentazioni nuove, è stato possibile vedere da dove vengono i Lardschneider che oggigiorno vivono nel Tirolo del Nord. Probabilmente dalla linea di Termeno. Anche questa linea dei Lardschneider o Lartschneider, come tutte le altre, hanno quasi sicuro l’inizio presso Larciunëi a Sëlva, anche se ci sono masi di Larciunëi un po’ in tutte le valli ladine. Come dire, siamo un po’ tutti parenti, noi Lardschneider. E per questo è stata una bella festa di famiglia, la settimana scorsa in Val Gardena.

David Lardschneider


Bolzano, 10.11.2019

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